CAMPAGNA
LAVORO E AMORE. VI RACCONTIAMO IL BELLO DELLA MIGRAZIONE
In Italia sono 570mila le aziende italiane guidate da migranti e circa il 10% dei matrimoni sono unioni miste. Parte da queste chiavi la campagna su web e radio di “Voci di Confine. La Migrazione è una bella storia”, lanciata da una rete nazionale di organizzazioni ed enti locali per cambiare la narrazione della migrazione. Lancio: 23 aprile 2018 per raggiungere 4 milioni di contatti
"Sugli immigrati avete sentito tante storie, ma questa no. Mario stava per chiudere la sua bottega e nessuno era disposto a imparare l’arte antica di scolpire le siepi. Mi ha insegnato la sua passione e oggi mi chiamano in tutta Italia per abbellire parchi e giardini. Mi chiamo Leonart, vengo da Tirana, adesso sono un imprenditore”. Sono 570mila le aziende italiane guidate da immigrati, tra queste 70 mila le imprese di capitale. Una storia non isolata quella di Leonart che dà avvio alla campagna di comunicazione "Voci di Confine. La migrazione è una bella storia", che ha l'obiettivo di cambiare la narrazione del fenomeno migratorio e raggiungere 4 milioni di contatti. Dal 23 aprile al 19 maggio 2018, soprattutto attraverso la radio e il web, Voci di Confine racconterà storie, dati e buone pratiche territoriali, a dimostrazione che il fenomeno migratorio rappresenta una grande opportunità di sviluppo e arricchimento della nostra società.
Non solo lavoro. Se la storia di Leonart conferma che il 9,4% di tutte le aziende registrate in Italia, sono guidate da migranti (aziende che in un ottavo dei casi sono società di capitale), molti altri sono i dati in chiave economica, forniti dal Centro Studi e Ricerche IDOS e raccolti anche nel sito di Voci di Confine (www.vocidiconfine.com). Nell'approfondimento dedicato alle entrate e alle spese finanziarie legate alla migrazione, si afferma che il "risultato è a favore delle casse pubbliche: più di 2 miliardi di euro solo nel 2015". Inoltre, i lavoratori immigrati versano ogni anno 9 miliardi di contributi previdenziali, un apporto essenziale per il sistema pensionistico italiano.
Accanto all'aspetto economico, Voci di Confine vuole raccontare la realtà sociale, con dati su razzismo, religioni, corridoi umanitari, seconde generazioni, minori stranieri non accompagnati, criminalità e molto altro. Tra i temi, oltre a quello del lavoro degli immigrati, la campagna toccherà anche il tema dell'amore e dei matrimoni misti, che sono circa il 10% del totale delle unioni nel nostro Paese, variando tra i 20 e 17 mila celebrati ogni anno.
Invasione, minaccia, problema: oggi il fenomeno delle migrazioni viene raccontato soprattutto con queste parole. Ma perché non parlare anche di come il fenomeno migratorio possa rappresentare una opportunità di crescita, sia per chi parte che per chi accoglie? Voci di Confine vuole farlo a partire dai dati, incarnati nelle storie individuali e del territorio, con le risposte di accoglienza degli enti locali.
Durante il periodo di campagna, soprattutto tramite la radio, Voci di confine racconterà alcune storie significative, per ribadire che la migrazione può essere una "bella storia" e si intreccia strettamente con la vita quotidiana degli italiani. Da una chef peruviana che usa materie prime italiane d’eccellenza ad un parroco pugliese che ha scelto di sottotitolare le sue omelie per farle seguire ai migranti accolti nel paese. Da una squadra di rugby di giovani rifugiati al Re dell’offerta musicale afro-latina a Roma. Dalla storia d'amore da cui è nata la graphic novel "La Sposa Yemenita", fino appunto alla storia di Leonart, ribattezzato da subito "Leonart Mani di forbice" per le sue creazioni "verdi".
Si aggiungeranno dei video da alcuni confini africani. Quell'Africa che, secondo allarmismi molto popolari, si sta per "riversare tutta" in Italia. In realtà, secondo le stime fornite da IDOS per la campagna, l'Africa risulta il continente con la più bassa percentuale di migranti internazionali nel mondo (13,4%). Attraverso i video, la campagna racconterà la esemplare risposta dell'Uganda nell'accoglienza di profughi sudsudanesi e non solo. Oltre alla campagna il progetto prevede percorsi educativi nelle scuole e negli spazi di educazione informale; incontri territoriali che vedranno protagonisti le associazioni delle diaspore e di volontariato, gli enti locali, le ONG e i soggetti privati.
Voci di Confine è un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo, che vede Amref Health Africa capofila di una rete composta da Amref Health Africa – Headquarters, Africa e Mediterraneo, Associazione Le Réseau, CSV Marche – Centro Servizi per il Volontariato delle Marche, Centro Studi e Ricerche Idos (IDOS), Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo (COPPEM), Comune di Lampedusa, Comune di Pesaro, Etnocom, Internationalia, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Puglia, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia (REDANI), Step4, Terre des Hommes Italia.
Allarme razzismo: in Italia almeno 7 casi di discriminazione al giorno, il 69% per motivi etnico-razziali
La tentata strage di stampo razzista di Macerata impone una profonda riflessione sulla pericolosa diffusione del fenomeno del razzismo, affermano le 16 organizzazioni ed enti locali che fanno parte del progetto Voci di Confine, nato nel 2017 per dare spazio a una cittadinanza che non si sente rappresentata dalla chiusura delle frontiere e che vive l’accoglienza e l’integrazione dei migranti come possibilità di arricchimento e sviluppo.
DATI. Contro il fenomeno del razzismo e delle discriminazioni l’Italia ha un sistema normativo in teoria bene attrezzato (leggi 654/1975, 205/1993, 40/1998, DL 9-7-2003 n.215). Tuttavia i dati ufficiali ci raccontano di un’Italia in cui i casi di razzismo sono all’ordine del giorno. Nel 2016 l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ha aperto 2.939 istruttorie per casi segnalati di discriminazione di cui 2.652 sono risultate pertinenti (in media più di 7 al giorno). Il 69% riguardano fatti discriminatori per motivi etnico-razziali. L’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights) dell’OSCE, che raccoglie ogni anno i dati sugli hate crimes in Italia, segnala che su 555 crimini d’odio rilevati dalle Forze dell’Ordine nel 2015 369 erano relativi a episodi di razzismo e xenofobia. A cui si aggiungono altri 101 casi riportati da organizzazioni della società civile. La relazione della Commissione d’indagine del Parlamento Italiano su fenomeni di odio, intolleranza, xenofobia, e razzismo (nota come Commissione Jo Cox) dimostra l’esistenza di una Piramide dell’odio alla cui base si pongono stereotipi, rappresentazioni false o fuorvianti, insulti, linguaggio ostile “normalizzato” o banalizzato e, ai livelli superiori, le discriminazioni e quindi il linguaggio e i crimini di odio".
Cavalcare lo stereotipo che la presenza degli immigrati sia la base di tutti i problemi degli italiani o mettere in connessione l’immigrazione con il tema della sicurezza, si sta dimostrando una tendenza molto pericoloso” dichiara Renata Torrente, referente di Voci di Confine per Amref, organizzazione capofila.
"La narrazione sui cittadini di origine straniera presenti in Italia va normalizzata su dati precisi di realtà e con informazioni corrette; l’intento di Voci di Confine è anche contrastare il razzismo mettendo in piedi una campagna di comunicazione e azioni di sensibilizzazione che usano e citano ricerche, dati e fonti autorevoli sul fenomeno della migrazione, chiamando tutti alla responsabilità di fare altrettanto se si vogliono sostenere o mettere a confronto opinioni diverse.
"Gli avvenimenti occorsi a Macerata nei giorni scorsi sono un campanello di allarme che non dobbiamo sottovalutare come cittadini, prima di tutto, e poi come operatori del terzo settore”, ha dichiarato Simone Bucchi, Presidente CSV Marche, una delle organizzazioni che fanno parte del progetto Voci di Confine. “Da anni siamo impegnati per rafforzare le reti territoriali che mettono al centro i bisogni delle persone più vulnerabili, e continueremo a farlo con ancora maggior convinzione, lavorando nel mondo del volontariato, rivolgendoci ai giovani e ai ragazzi, interloquendo con gli enti locali e con tutti coloro che come noi credono fermamente che le Marche siano una regione plurale, solidale e accogliente verso ogni individuo desideroso di costruirsi un futuro qui, a prescindere dal colore della pelle o dalla religione professata. Il nostro impegno nel progetto Voci Di Confine sarà, per queste ragioni, ancora più consapevole e ci rendiamo disponibili a dialogare con tutti coloro che vogliono impegnarsi per raccontare una storia diversa della migrazione e dell'accoglienza".
La Rete della Diaspora Africana (Redani), parte del progetto Voci di confine, ha dichiarato, in merito al ferimento a Macerata di cinque persone "Riteniamo che questo atto di una gravità enorme sia la conferma della regressione culturale in corso nel Paese. Non crediamo che il Sig. Luca Traini abbia un mandante per il crimine commesso, ma siamo convinti che questo atto criminale si è potuto commettere, perché c'è un clima generalizzato di intolleranza verso lo straniero".
Una scheda esaustiva su razzismo, discriminazioni, intolleranza, pregiudizi con dati, definizioni e riferimenti normativi è stata elaborata dal Centro studi e Ricerche IDOS per il sito dove è consultabile alla pagina http://www.vocidiconfine.com/dati-e-numeri/.
Cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il progetto Voci di Confine (www.vocidiconfine.com) è nato dall’esperienza di 16 organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, enti locali di confine impegnati ogni giorno nella gestione del fenomeno migratorio, associazioni delle diaspore e di volontariato, imprese sociali, enti di ricerca ed esperti della comunicazione: Amref Health Africa - Italia Onlus, Amref Health Africa – Headquarters, Africa e Mediterraneo, Associazione Le Réseau, Centro Servizi Volontariato Marche, Centro Studi e Ricerche Idos (IDOS), Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo (COPPEM), Comune di Lampedusa, Comune di Pesaro, Etnocom, Internationalia, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Puglia, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia (REDANI), Step4, Terre des Hommes Italia.
Durante il 2018 Voci di Confine porterà avanti campagne d’informazione basate su dati concreti e storie di vita vissuta; percorsi educativi nelle scuole e nei centri di aggregazione, per portare ai più giovani un punto di vista basato sull’obiettività delle statistiche e delle esperienze; e scambi di buone pratiche, con incontri territoriali che vedranno protagonisti le associazioni delle diaspore e di volontariato, gli enti locali, le ONG e i soggetti privati, raggiungendo 4 milioni di cittadini, oltre 6.500 giovani, docenti ed educatori, quasi 2.000 operatori della cooperazione, ricercatori, imprenditori e membri della diaspora e 300 rappresentanti di enti locali italiani ed euromediterranei.
La Rete della Diaspora Africana Nera in Italia- REDANI condanna con tutte le sue forze l’atto di violenza compiuto ieri a Macerata da un estremista di destra, fascista e razzista che ha provocato il ferimento di cinque persone colpite con un’ arma da fuoco semplicemente perché neri.
Riteniamo che questo atto di una gravità enorme sia la conferma della regressione culturale in corso nel paese. Non crediamo che Il Sig. Luca Traini abbia un mandante per il crimine da lui commesso, ma siamo convinti che questo atto criminale si è potuto commettere, perché c’è un clima generalizzato di intolleranza verso lo straniero.
Pensiamo che la responsabilità politica oggettiva di un atto del genere è da attribuire a quelle forze politiche che fomentano odio nel paese da troppo tempo, creando ad arte con una forzatura senza precedenti un nesso tra la criminalità e presenza di immigrati in Italia.
A questo disegno partecipano una certa stampa, che confonde volutamente i termini migrante, straniero, extra-comunitario, richiedente asilo, profugo ecc…ecc.. e alcune forze politiche, che in mancanza di idee concrete, trovano nello straniero le cause di tutti i mali della società italiana: la disoccupazione è colpa dello straniero così pure la delinquenza.
E’ ora di recuperare un po’ di lucidità e di pesare le parole, perché dalle parole violente poi scatta la violenza vera da parte di qualcuno che si ritiene in diritto di fare giustizia da sé.
L’Italia è uno Stato di diritto e non può tollerare che la giustizia sia appannaggio dei singoli.
Chiediamo che sia fatta giustizia e che l’autore di questo atto venga giudicato e condannato secondo quanto previsto dalla legge italiana e che d’ora in avanti i politici impegnati nella campagna elettorale smettano di fomentare odio per raccattare qualche voto.
La Diaspora Africana Nera in Italia, unita, condanna, altresì, l’atto di inumana violenza per lo sconvolgente fatto di cronaca dei giorni precendenti, stringendosi al dolore della famiglia di Pamela.
Altresì, augura una pronta guarigione alle vittime del raid razzista.
Rete della Diaspora Africana Nera in Italia
Contatti: Redani Roma ancheleimmaginiuccidono
Rete della Diaspora Africana Nera in Italia è un’associazione di Promozione Sociale costituita nel 2009. È apartitica e si attiene ai seguenti principi: assenza di fine di lucro, democraticità della struttura, elettività e gratuità delle cariche sociali.
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