La REDANI nasce dalla presa di coscienza di un gruppo di intellettuali della diaspora africana in Italia in seguito all'aumento di episodi di discriminazioni su base razziale.
“La condizione del Nero africano in Italia ci impone una riflessione su come vogliamo che gli altri ci giudicano, su quale immagine vogliamo dare agli altri, su come rispondere di fronte a alcuni situazioni stereotipate, su come noi stessi dobbiamo comportarsi per non alimentare odio, discriminazioni. Se è pure vero che viviamo in un paese dove ci sono molte immagine stereotipate su di noi, è anche vero che molti di noi, alimentano consapevolmente o inconsapevolmente le discriminazioni. Aderire alla Rete impone quindi impegnarsi a non alimentare consapevolmente o inconsapevolmente le discriminazioni sui neri, le immagini stereotipate sull’Africa nera. I soci devono proporsi come modelli positivi per i più giovani, per la società e le istituzioni italiani. ...” Articolo 4 della carta dei valori REDANI.
Intraprendere questo viaggio vuol dire anche recarsi nei luoghi dove i migranti subiscono maggiormente episodi di ogni tipo di razzismo, compreso quello istituzionale. Uno scambio reciproco delle Culture , aiuta ad abbassare le barriere dell'odio e della paura.
La REDANI diventa così un interlocutrice ed alleata nelle politiche dell'integrazione, attraverso i suoi obiettivi che sono quelli di promuovere la difesa, partecipazione ed integrazione sociale, culturale, economico e politico della Diaspora dell’Africa nera in Italia e nel mondo; di difendere l’immagine dell’Africa, promuovere e realizzare progetti di co-sviluppo e di sostegno alla migrazione circolare nei paesi dell’Africa Sub sahariana.
I Cittadini migranti di origine africani , secondo l'ultimo dossier Caritas recentemente presentato, ammontano a circa 5 milioni in Europa: 871.128 iscritti regolarmente all'anagrafe e circa 1 milione considerando quelli ancora in attesa di registrazione nei registri anagrafici. Dal 1990 , i migranti africani sono passate dal 30 % del totale della popolazione migrante in Italia a 22,4% nel 2009. Le donne africane sono circa 39,4% del totale, ma con variazioni notevoli tra le diverse collettività ( si va dal 21% del Senegal al 71% del capo verde).
Su invito della diaspora africana in Veneto , il 23 ottobre è stata organizzata una giornata sull'Africa, all'interno di un programma fitto sull'immigrazione con eventi culturali, musicali e sportivi.
“Il ruolo della donna africana nel cinquantesimo dell'indipendenza dei paesi africani” tra tanti volti di donne africane in Italia , mille colori di sfilata con costumi tradizionali ed una cucina etnica ha potuto offrire alla cittadinanza veneta un immagine nuova dell'Africa, grazie all'impegno delle promotrici Bridget Yorgure Assistente Sociale del Comune di Rovigo, Coordinatrice del Centro Donna Interculturale del Comune di Rovigo, Rappresentante del MOSOP, Coordinatrice della Diaspora Africana in Provincia di Rovigo e in Veneto; Comitato Immigrati in Italia., Cécile Kyenge consigliere provinciale a Modena, Portavoce nazionale rete Primo marzo- una giornata senza di noi , Susanne Diku Ginecologa dell'Istituto Nazionale Medicina delle Migrazioni e Patologie della Povertà (INMP), Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Rappresentante per l'Italia del Black European Women Council (BEWC), Fatou Lo Boro Responsabile CNA WORLD Provincia di Ravenna Presidente Associazione Donne Senegalesi “Jappo” e Gemma Vecchio Presidente dell’Associazione Casa Africa Roma – Lazio.
Le protagoniste impegnate in Italia in vari settori , quali sociale , politica, economia e cultura, sono state coordinate in questa iniziativa da Fortuna Ekutsu giornalista di Afriradio. Figura maschile di eccezione il medico di origine nigeriana e musicista Origbe Ezekiel, Medico di Medicina Generale in Provincia di Padova, intervenuto con una relazione sul ruolo del panafricanismo nella lotta per l’indipendenza in Nigeria e nell’Africa occidentale.
I valori del continente nero poco conosciuti in Italia, tra cui citiamo l'ospitalità devono ritornare a costituire la base di una società multietnica e multiculturale. E' proprio dell'ospitalità e accoglienza,che abbiamo voluto sperimentare a Rovigo un progetto di coesione sociale “OPEN DAY , OPEN HOME”. I principi fondanti di questa sperimentazione risiedono nella cultura africana , l'ospite à sacro, e considerando anche la ristrettezza economica che sta attraversando l'Italia in seguito alla crisi economica.
“OPEN DAY , OPEN HOME” ci ha permesso di entrare in contatto diretto con la cittadinanza. Alcuni giorni prima dell'iniziativa abbiamo lanciato un appello alla cittadinanza della provincia di Rovigo di ospitare una relatrice / un relatore a casa propria per una notte, dando così la possibilità sia all'ospite di calarsi per un giorno nella vita del luogo , sia al/alla cittadino/a autoctono/a di conoscere da vicino le altre culture con un ospite di eccezione. Alla nostra grande sorpresa, Rovigo ha risposto con grande calore ed umanità. Le porte si sono aperte e quelle porte erano di cittadini italiani che hanno dimostrato come siano distanti gli slogan di chi governa e la gente comune.
Dobbiamo cercare di salvare quella parte dell'Italia lontana dai proclami xenofobi e razzisti. Se in una città del Veneto, rocca forte della lega, questo sia possibile, crediamo che sia ancora possibile riprendere il cammino di una Italia Multietnica e multiculturale. OPEN DAY OPEN HOME ci accompagnerà di nuovo nel nostro percorso partendo da una collaborazione con le comunità di base.
Il ruolo delle donne negli ultimi cinquant'anni? Il bilancio tracciato non è di facile interpretazione. Le donne hanno visto cambiare il ruolo sociale, politico, economico e culturale da protagoniste ufficiali e colonna portando dello sviluppo dell'Africa a figure sempre più emarginate nei luoghi e posti decisionali. La lettura di tutto questo risiede nell'incontro delle varie culture nel corso degli ultimi secoli. L'Africa non ha saputo proteggere le sue donne di fronte a tradizioni e culture di altri popoli che hanno privilegiato la forza fisica e “la libertà” da impegni familiari che potevano mettere a rischio il mercato fiorente della colonizzazione.
Oggi le donne tornano forte e determinate per ricordare al continente africano il loro ruolo,e non solo. Il ritorno sulla scena di figure leaders “donne” aiuterà l'Africa a riprendere i valori umani che si sono persi da Gorée ad oggi, cercando di ricostruire un mondo globalizzato nel rispetto delle diversità .
I nostri ringraziamenti vanno alla città di Rovigo ed alla sua cittadinanza che ha saputo andare oltre gli stereotipi e le differenze, alle istituzioni locali, alla diaspora africana del Veneto, a tutti partners dell'iniziativa ed infine a tutte le donne che hanno saputo rendere unica questa giornata.
Bridget Yorgure